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Immagine del redattoreOstetrica Arianna Viola

Agnocasto: una pianta per la salute femminile

Conosciuto anche come “pepe falso” o “pepe dei monaci”, l’agnocasto è il frutto maturo di un arbusto appartenente alle Verbenaceae, diffuso in Asia centrale, sud dell’Europa e in diverse regioni del Mediterraneo. Le sue proprietà sono conosciute da migliaia di anni ed è stato impiegato a lungo per le problematiche relative alla fertilità e alla salute ginecologica femminile.


agnocasto per cicli irregolari
Pianta di Vitex Agnus Castus



Oggigiorno il suo uso è particolarmente diffuso nell’ambito dei disturbi della fase premestruale, in particolare per chi soffre di PMS (qui trovi l'articolo in merito).

Quello che era già chiaro e scontato ai tempi antichi a livello empirico e pratico, oggi è stato ampiamente studiato e sperimentato, e finalmente molti studi hanno portato alla luce i numerosi benefici di questa pianta sull’equilibrio ormonale femminile.


L’agnocasto non contiene ormoni: i costituenti chimici di questi frutti (flavonoidi, vitexina, glucosidi, alcaloidi) non vanno ad agire direttamente su utero ed ovaie, ma bensì sulla centralina di comando dei vari ormoni, l’ipofisi o ghiandola pituitaria, una ghiandola endocrina situata alla base del nostro cranio.

L’azione che questi principi attivi svolgono sull’ipofisi e sul nostro organismo sono molteplici: regolazione ormonale, effetti antimicrobici e antifunginei, antispastici, neuroprotettivi, anti-infiammatori, antinocicettivi e molti altri.

Il suo impiego ha visto molto successo nel trattamento della sindrome premestruale complicata da sintomi come ansia, irritabilità, sbalzi d’umore ma anche gonfiore addominale, acne, insonnia e mastalgia ciclica (dolore al seno).


Anche se sono necessari ulteriori studi, l’agnocasto svolge la sua azione stimolando la produzione di LH a livello ipofisiario e inibendo quella di prolattina. A sua volta questo promuove la regolare produzione di progesterone e mantiene in vita il corpo luteo dopo l'ovulazione.

Il progesterone è l’ormone prodotto principalmente nella seconda fase del ciclo mestruale e ha un’azione calmante e sedativa sul sistema nervoso. Per questo motivo un calo del progesterone o un’estrogeno-dominanza possono avere effetti negativi sull’umore nei giorni che precedono il flusso mestruale.

Sembra che questo meccanismo d'azione a livello centrale sia non solo a favore del progesterone ma anche della dopamina (ormone che a sua volta inibisce il rilascio di prolattina nell’ipofisi) la quale ha effetti piacevoli e calmanti sul nostro organismo e sull’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (il cui ruolo fondamentale è la risposta individuale allo stress).


L’azione equilibrante dell’agnocasto a livello centrale fa sì che questi sintomi spariscano nel giro di qualche mese di integrazione con questa pianta: attenzione, però, questo vale in particolare se i sintomi premestruali sono condizionati dalle fluttuazioni ormonali premestruali, altrimenti si potrebbero notare pochi effetti o al contrario un peggioramento dei sintomi. Spesso anche la comparsa di acne, mal di testa, gonfiore, edema e di costipazione in fase premestruale migliorano con l’assunzione di Vitex agnus castus.


Questi effetti sono stati confermati da numerosi studi tanto che la Commissione tedesca E ne raccomanda l’uso in caso di sindrome premestruale, irregolarità mestruali e dolore al seno correlato al ciclo mestruale (mastodinia).


L’integrazione con agnocasto ha assunto un ruolo importante anche nell’ambito della fertilità date le sue proprietà equilibranti sugli ormoni del ciclo mestruale: il Vitex promuove, infatti, la produzione di progesterone e supporta la vitalità del corpo luteo, ghiandola fondamentale per il mantenimento di un'eventuale gravidanza. L’uso dell’agnocasto in gravidanza e per prevenire l’aborto precoce è ancora oggetto di studio.


Data questa sua azione nell’aumentare i livelli di progesterone in modo naturale e tenere a bada l’estrogeno-dominanza, in Germania l’agnocasto viene spesso utilizzato per le donne che soffrono di endometriosi in forma lieve.

Trova impiego anche nel trattamento dell’amenorrea (in particolare se correlata a iperprolattinemia e ipotiroidismo) e in caso di livelli di prolattina alta.


Una parola deve essere spesa per le donne con PCOS (Sindrome dell'ovaio policistico): come avrete capito questa pianta ha un’azione regolatrice degli ormoni del ciclo mestruale, in particolare nei confronti del rapporto estrogeni/progesterone (a favore di quest’ultimo) e della prolattina (ormone che inibisce l’ovulazione), per questo motivo si potrebbe pensare che questo abbia un’azione benefica anche per le donne affette da sindrome dell’ovaio policistico.

Purtroppo l’agnocasto tende ad aumentare le concentrazioni di LH, ormone spesso già molto alto nelle donne con PCOS (in cui solitamente c’è un rapporto invertito tra FSH e LH). Per questo motivo, se già sappiamo di soffrire di PCOS con LH alto, sarebbe bene evitare di assumere questo integratore (in attesa di nuovi studi/evidenze) o, in ogni caso, con molta cautela e sotto controllo medico. Sono necessari ulteriori studi al riguardo.


Questo integratore non deve essere assolutamente assunto nel caso in cui vengano assunti preparati estroprogestinici, in caso di assunzione di farmaci per la PMA e/o di stimolazione ovarica, oppure in caso di assunzione di farmaci antagonisti dei recettori della dopamina.


Dosaggi e modalità di assunzione devono essere discussi con il proprio medico o professionisti esperti in fitoterapia.


Ostetrica Arianna

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