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PMS: Quando il ciclo mestruale diventa un problema


Ognuna di noi ha sperimentato almeno una volta nella vita qualche disturbo, sia esso fisico o umorale, durante i giorni che precedono l'arrivo delle mestruazioni. Per alcune donne questa fase può davvero diventare invalidante, interferendo, nei casi più gravi, con le attività quotidiane. Di cosa si tratta? Stiamo parlando della PMS.

Con questo acronimo facciamo riferimento alla sindrome premestruale (PMS= Premenstrual Syndrome), un quadro complesso di disturbi fisici, emotivi e psicologici che colpiscono una buona percentuale di donne in età fertile durante la fase luteinica del ciclo mestruale, cioè nei giorni prima dell’arrivo delle mestruazioni.

Alcune donne sperimentano queste alterazioni subito dopo l'ovulazione, costringendole di fatto a convivere con questi disturbi per ben due settimane al mese.

Si pensa che circa il 20%-40% delle donne soffra di questa sindrome in forma da lieve a moderata, mentre circa il 5% delle donne è affetta da una forma di PMS molto severa chiamata sindrome disforica premestruale (DDPM). In questo ultimo caso i disturbi psichici, come episodi di depressione ed aggressività, sono talmente gravi da interferire notevolmente con la vita sociale e professionale della donna.

Alcuni cambiamenti nella fase premestruale sono normali per la maggior parte delle donne (circa 80%), in altri casi si instaura una vera e propria sindrome che si ripresenta ciclicamente nei 7-10 giorni prima del flusso mestruale ed è caratterizzata da disturbi fisici come aumento di peso, ritenzione idrica, alterazioni dell’alvo (diarrea o stitichezza), cefalea, tensione e dolore al seno, gonfiore addominale, dolori muscolari e peggioramento di disturbi infiammatori preesistenti, aumento dell’appetito e disturbi del sonno. A questi si associano spesso anche sintomi psichici ed emotivi come labilità emotiva, irritabilità, tristezza, crisi di pianto, ansia.

Diversi fattori concorrono a scatenare questa sindrome:

  • Oscillazioni ormonali: fluttuazioni delle concentrazioni di estrogeni e progesterone sono responsabili dell’insorgenza dei sintomi, in particolare il deficit di progesterone durante la fase luteinica. Queste oscillazioni influenzano anche i livelli di serotonina, un neurotrasmettitore che regola il tono dell’umore e che si è rivelato essere inferiore nelle donne affette da PMS.

  • Altre alterazioni ormonali come eccesso di aldosterone e prolattina che influiscono negativamente sull’equilibrio idrosalino dell’organismo e favoriscono il gonfiore e la ritenzione idrica.

  • Predisposizione genetica.

  • Carenza di magnesio, calcio e vitamine del gruppo B (in particolare della B6).


Quali strategie possono contribuire a migliorare la sintomatologia nelle forme lievi e moderate di PMS? È fondamentale correggere gli stili di vita intervenendo sulla dieta, favorendo in particolare i cibi ricchi di magnesio e con effetto antinfiammatorio, fare esercizio fisico e migliorare qualità del sonno. Ottimi risultati si ottengono anche riducendo l’assunzione di sostanze eccitanti come teina, caffeina ed evitando gli alcolici.

Diversi studi hanno dimostrato l’efficacia di alcuni integratori e fitoterapici da personalizzare per ogni singolo caso. Nelle forme più gravi, in particolare per coloro che soffrono del disturbo disforico premestruale, può rendersi necessario intervenire con cure ormonali e antidepressivi come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI).


Ostetrica Arianna Viola

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